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Pulse suona la musica del cuore e tiene sotto controllo lo stress

Genera melodie dalle pulsazioni cardiache. Un'applicazione - già disponibile per iPhone, in arrivo per Android - nata dall'ingegno di un italiano e un inglese, a metà fra intrattenimento e medicina. Tanto che il sistema sanitario nazionale britannico lo sta usando per stabilire il livello di stress di una persona. 




















GENERARE musica a partire dalle pulsazioni del cuore. E' quello che fa Pulse, un'applicazione gratuita per iPhone ideata da BioBeats, una start-up nata nel 2012 con quartier generale a Londra, sede fiscale a Beverly Hills e team di sviluppo in Italia, presso l'Università di Pisa. Pulse, di cui presto sarà disponibile anche una versione beta per Android, funziona così: fotografando il dito dell'utente, che, in base ai battiti del cuore e all'irrorazione sanguigna, cambia di colore, si acquisiscono informazioni sull'attività cardiaca. I dati ottenuti vengono poi rielaborati da un software che richiama da una playlist una melodia che si accorda alla frequenza e al ritmo cardiaco della persona. Si tratta di un'applicazione di puro entertainment, che tuttavia permette di acquisire dati utili anche nei settori della diagnostica e della medicina.


A dicembre si avranno gli esiti di una sperimentazione che BioBeats sta conducendo in collaborazione con il sistema sanitario nazionale britannico (NHS). La ricerca ha l'obiettivo di valorizzare le informazioni ottenute da Pulse mediante software capaci di determinare il livello si stress di una persona e di elaborare un diario dello stato psicofisico del paziente e tabelle che dicano che cosa fare per avere una condotta di vita più sana. "Il nostro modello di business prevede in un primo tempo contenuti gratuiti. In seguito, quando i nostri utenti utenti, che già sono diverse migliaia, saliranno di numero, offriremo anche servizi a pagamento più evoluti negli ambiti della salute e dell'entertainment. Per arricchire la nostra offerta di contenuti musicali stiamo chiudendo accordi con alcune case discografiche", spiega a Repubblica.it, Davide Morelli, cofondatore e vicepresidente di BioBeats.

La vicenda che porta alla fondazione di BioBeats merita di essere raccontata e può definirsi emblematica del tessuto imprenditoriale del nostro paese, degli ostacoli che spesso rendono difficile fare innovazione e delle risorse di creatività di cui ancora siamo depositari. Tutto ha inizio nel 2011, quando Morelli, diplomato al conservatorio in sassofono e laureato in informatica, nonché titolare di Parser, una società attiva nello sviluppo software, decide di inscriversi a PhD+, un corso promosso dall'Università di Pisa per fornire a ricercatori e ad esperti di information technology le competenze necessarie a lanciare una start-up. "In quel momento desideravo una svolta, volevo creare una realtà imprenditoriale in cui combinare le mie due passioni: la musica e l'informatica. Mandare avanti la mia società era diventato sempre più faticoso. Fare l'imprenditore in Italia è allucinante, le tasse sono altissime, ma soprattutto c'è una quantità incredibile di adempimenti e non è facile avere certezze su che cosa bisogna fare per essere in regola. Da noi per aprire una società servono mesi e migliaia di euro, in Inghilterra si fa online in mezz'ora con 35 sterline", continua Morelli.

Quindi, insieme a David Plans, con cui condivide l'amore per la musica e per l'informatica, Morelli decide di fondare a Londra una società e di varare un'app per creare musica a partire dalle onde cerebrali, sonificando il livello di concentrazione e rilassamento durante la meditazione. Plans va a San Francisco in cerca di investitori e incontra Nadeem Kassam, specializzato nel supportare nuovi progetti di business che uniscano entertainment e cura della salute. Kassam sfida Morelli e Plans a modificare l'idea di partenza: "Realizzatemi un'applicazione che produce musica in tempo reale usando i battiti del cuore rilevati con la telecamera dello smartphone e vi finanzio". Plans spiega a Morelli per telefono le richieste di Kassam, in un paio di giorni il prototipo è pronto e il progetto di BioBeats prende il via. Conviene evidenziare che Kassam aveva già proposto di sviluppare la medesima applicazione a due gruppi di programmatori negli Usa, i quali non erano riusciti a soddisfare le sue richieste.

"Nelle università italiane ci sono ancora talenti straordinari e un livello elevatissimo di competenze. In certi casi quello che è normale per i nostri ricercatori, altrove, Stati Uniti compresi, è fantascienza. Il nostro problema, oltre ai vincoli, spesso assurdi, della burocrazia, è portare sul mercato queste capacità, comprendere la potenzialità di un business e attirare l'attenzione dei venture capital, oggi anche da noi più sensibili che nel recente passato alle nuove iniziative imprenditoriali", precisa sempre Morelli. BioBeats al momento ha raccolto risorse per circa 650mila dollari. Tra gli investitori figurano, oltre a Nadeem Kassam, l'attore Will Smith, il guru della medicina alternativa Deepak Chopra, Scooter Braun, manager del cantante Justin Bieber, Ken Hertz, che per anni è stato a capo della divisione legale per la musica di Walt Disney, e Kevin Colleran, ventur capitalist, nonché uno dei primi dieci impiegati di Facebook.

L'obiettivo di combinare tecnologia, informazioni biofisiche e servizi di varia utilità riguarda anche altre start-up. Tra queste c'è Bionym, un'azienda di Toronto che ha sviluppato Nymi, un braccialetto capace di rilevare, grazie a dei sensori, il battito del polso del proprietario e di tracciare il suo elettrocardiogramma. Così, con una connessione Bluetooth 4.0, si possono completare diverse procedure di autenticazione, oltre che pagamenti elettronici, senza bisogno di carte di credito. Quest'anno alcuni laureati e dottori di ricerca della Scuola Superiore Sant'Anna e dell'Università di Pisa hanno creato BioCare Provider. Il loro primo progetto è Dr. Drin, una serie di servizi, accessibili via web e con un'app per Android e iOS, pensati per aiutare i pazienti cronici a gestire le terapie farmacologiche, mediante indicazioni su dosi, modalità e orari per l'assunzione dei farmaci.

Via repubblica.it

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