Apple, rivoluzione per il Mac: arriva il nuovo processore M1. La Mela vuole il primato dei chip
Dopo 15 anni, l'inizio dell'addio a Intel. I
nuovi processori per i computer arrivano dalla lunga esperienza con
quelli per iPhone e iPad, ai vertici della categoria. E i prezzi calano
Era il 2005 quando Steve Jobs salì sul palco del Moscone
Center di San Francisco per annunciare un cambio che si rivelò epocale:
addio al chip PowerPc, fino a quel momento "cuore" dei computer
Macintosh. E benvenuta Intel, nome di importanza capitale nel settore: i
Mac avrebbero così cambiato completamente architettura, passando per un
periodo di transizione in cui le applicazioni scritte per i chip di
prima avrebbero trovato la strada verso i nuovi. E in questi ultimi 15
anni, i Mac e MacOS hanno sfruttato ogni possibile declinazione di
quell'architettura. Che oggi però, dopo i successi fenomenali raggiunti
da Apple con i suoi chip "fatti in casa" per iPhone e iPad.
Da Intel ad Apple Silicon. La serie dei chip Axx utilizzati su iOS è al momento la combinazione hardware/software più performante sul mercato mobile, attirano gli sviluppatori delle applicazioni più innovative, che arricchiscono la piattaforma e l'esperienza d'uso. Ed è questo scenario che Apple punta a ricreare anche sui computer. Con una differenza: sono passati 15 anni, la "transizione" software sarà molto meno complicata rispetto a PowerPC-Intel, e la Mela ha già oltre dieci anni di esperienza con i suoi chip, l'ultimo dei quali, A14 Bionic, fa "vivere" gli iPhone 12 e l'iPad Air. Il cambio di architettura significa una cosa su tutte: MacOS e iOS diventano sostanzialemente una sola entità : le app iOS funzioneranno su Mac - sempre che gli sviluppatori decidano di pubblicarle anche sullo store del Mac oltre che sull'App Store di iPhone e iPad, ma tecnicamente non ci sono impedimenti - e questo significa decine di migliaia di applicazioni, con parecchie note eccellenze, potranno facilmente arrivare agli utenti dei Mac con chip Apple Silicon.
Da Intel ad Apple Silicon. La serie dei chip Axx utilizzati su iOS è al momento la combinazione hardware/software più performante sul mercato mobile, attirano gli sviluppatori delle applicazioni più innovative, che arricchiscono la piattaforma e l'esperienza d'uso. Ed è questo scenario che Apple punta a ricreare anche sui computer. Con una differenza: sono passati 15 anni, la "transizione" software sarà molto meno complicata rispetto a PowerPC-Intel, e la Mela ha già oltre dieci anni di esperienza con i suoi chip, l'ultimo dei quali, A14 Bionic, fa "vivere" gli iPhone 12 e l'iPad Air. Il cambio di architettura significa una cosa su tutte: MacOS e iOS diventano sostanzialemente una sola entità : le app iOS funzioneranno su Mac - sempre che gli sviluppatori decidano di pubblicarle anche sullo store del Mac oltre che sull'App Store di iPhone e iPad, ma tecnicamente non ci sono impedimenti - e questo significa decine di migliaia di applicazioni, con parecchie note eccellenze, potranno facilmente arrivare agli utenti dei Mac con chip Apple Silicon.
La terza vita del Mac. Così oggi Tim Cook, non più
al Moscone Center ma in streaming dallo Steve Jobs Theater, ha
annunciato i nuovi Mac con i chip Apple Silicon. Si chiama M1 e secondo
quanto detto al keynote, è un processore che punta sull'ottimizzazione
prestazioni- consumi. Sia dal punto di vista della Cpu che della Gpu, la
componente grafica, sulle slide presentate da Apple il chip M1 è
superiore in prestazioni e inferiore per consumi ai chip per laptop in
commercio. La compatibilità con le applicazioni per Intel secondo quanto
dichiara Craig Federighi non presenterà problemi perché funzioneranno
sui nuovi Mac con M1 attraverso il "traduttore" Rosetta 2, che le
renderà compatibili in tempo reale (proprio come avvenne con Rosetta ai
tempi del passaggio PowerPC/Intel). In più ci sono già diverse app e
altre se ne aggiungeranno ad essere "Universal Apps", ovvero in grado di
funzionare su entrambe le architetture. E' una replica precisa dello
scenario dello "switch" a Intel di quindici anni fa. Con l'addio a Intel
però sparirà Boot Camp: i Mac non potranno più avviarsi in modalitÃ
Windows. Ma la potenza di M1 renderà probabilmente più veloce ed
efficiente anche la virtualizzazione di altri Os.
L'introduzione della nuova linea di chip arriva quindi con tre nuovi Mac, un Macbook Pro e un Macbook Air. Il Macbook Air e il Mac Mini svelati oggi sono esteticamente identici agli attuali ma dentro cambia tutto: il Mac on M1 è "più veloce del 98% dei laptop Pc attualmente in commercio", dice Apple, e le figures mostrate sono pieni di moltiplicatori: Cpu 3.5 volte più veloce, 6 per la Gpu. Caratteristiche abbinate ad una efficienza energetica che se si rivelerà pari a quanto annunciato, farà la differenza sul mercato. E poi arriva il "capo": il primo Macbook Pro con M1, "tre volte più veloce del notebook Pc più veloce" dice Apple, enfasi sulle capacità del Neural Engine che potenzia le capacità di machine learning e quindi intelligenza artificiale. Per ora, il Pro M1 è solo in versione 13 pollici e curiosamente questo modello top perde due porte Thunderbolt 3 (ma resta in listino il modello Intel, che ne ha quattro), ma le due che rimangono sono Usb 4, il prossimo standard dopo Usb-C. E, notizia tra le notizie, i prezzi calano: Il Macbook Pro parte da 1459 euro, l'Air da 1159 e il Mini da 819. Arrivano il 17 novembre, ma sono preordinabili già da oggi.
Insomma dalle architetture Axx, M1 prende tutto, compresa la Secure Enclave, la zona inaccessibile del chip che custodisce dati e informazioni sensibili. Appena possibile li proveremo con le app dalle richieste più intense e vi sapremo dire. Quello che è certo è che Apple ha calato il suo jolly e sopra la carta c'è scritto M1, una sfida aperta ai grandi chipmaker del mondo, che si poggia su un ecosistema decennale e solido e su una già compiuta ottimizzazione tra performance e consumi. L'addio a Intel comunque non sarà immediato: ci sono milioni di utenti Mac nel mondo da supportare e accompagnare nel processo di transizione. Anche perché quello che Apple ha svelato oggi è l'inizio di un processo generazionale che inevitabilmente ridefinirà il mercato della tecnologia, e in cui d fatto iOS e MacOS diventano un unico grande ecosistema.
L'introduzione della nuova linea di chip arriva quindi con tre nuovi Mac, un Macbook Pro e un Macbook Air. Il Macbook Air e il Mac Mini svelati oggi sono esteticamente identici agli attuali ma dentro cambia tutto: il Mac on M1 è "più veloce del 98% dei laptop Pc attualmente in commercio", dice Apple, e le figures mostrate sono pieni di moltiplicatori: Cpu 3.5 volte più veloce, 6 per la Gpu. Caratteristiche abbinate ad una efficienza energetica che se si rivelerà pari a quanto annunciato, farà la differenza sul mercato. E poi arriva il "capo": il primo Macbook Pro con M1, "tre volte più veloce del notebook Pc più veloce" dice Apple, enfasi sulle capacità del Neural Engine che potenzia le capacità di machine learning e quindi intelligenza artificiale. Per ora, il Pro M1 è solo in versione 13 pollici e curiosamente questo modello top perde due porte Thunderbolt 3 (ma resta in listino il modello Intel, che ne ha quattro), ma le due che rimangono sono Usb 4, il prossimo standard dopo Usb-C. E, notizia tra le notizie, i prezzi calano: Il Macbook Pro parte da 1459 euro, l'Air da 1159 e il Mini da 819. Arrivano il 17 novembre, ma sono preordinabili già da oggi.
Insomma dalle architetture Axx, M1 prende tutto, compresa la Secure Enclave, la zona inaccessibile del chip che custodisce dati e informazioni sensibili. Appena possibile li proveremo con le app dalle richieste più intense e vi sapremo dire. Quello che è certo è che Apple ha calato il suo jolly e sopra la carta c'è scritto M1, una sfida aperta ai grandi chipmaker del mondo, che si poggia su un ecosistema decennale e solido e su una già compiuta ottimizzazione tra performance e consumi. L'addio a Intel comunque non sarà immediato: ci sono milioni di utenti Mac nel mondo da supportare e accompagnare nel processo di transizione. Anche perché quello che Apple ha svelato oggi è l'inizio di un processo generazionale che inevitabilmente ridefinirà il mercato della tecnologia, e in cui d fatto iOS e MacOS diventano un unico grande ecosistema.
Via repubblica.it
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