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Com’è cambiata Apple 8 anni dopo la morte di Steve Jobs

Se ne andava il 5 ottobre di otto anni fa, Steve Jobs, uomo simbolo della trasformazione digitale e padre di Apple. Un visionario autentico, un leader quasi metafisico

 











Se ne andava oggi, otto anni fa, Steve Jobs, uomo simbolo della trasformazione digitale e padre di Apple. Un visionario autentico, Jobs. Un leader quasi metafisico, sul quale – soprattutto dopo la sua morte – s’è costruita una storia quasi leggendaria. Il suo celebre discorso agli studenti di Stanford, quello dello “stay hungry, stay foolish”, su YouTube ha collezionato decine di milioni di visualizzazioni. E le sue frasi illustri campeggiano nelle meeting room di mezza Silicon Valley.
Oggi Apple è un drago a sette teste. Sotto la guida di Tim Cook, l’azienda sta cercando nuove strade di business. Il mondo dei dispositivi continua a essere il fiore all’occhiello, ma il management sta spingendo forte sui servizi: da Apple Music, fino alla nuova TV. L’intento sembra chiaro: far quadrato attorno all’entertainment e alla produttività (prova concreta è il recente lancio dell’iPhone OS). 


È ancora la Apple di Jobs
 
In molti si chiedono se quella attuale sia ancora la Apple di Jobs. Il 5 ottobre del 2011, giorno in cui venne annunciata la sua morte, Apple aveva appena lanciato il nuovo iPhone 4S (l’evento risale a un giorno prima). Per molti quello rimane l’ultimo iPhone di Jobs, e per uno strano scherzo del destino l’incantesimo sta nel nome: 4S, ovvero “for Steve”.
È oggettivamente difficile immaginare Apple, oggi, con Steve Jobs ancora al timone. Qualsiasi ipotesi può essere fragile. Quello che si può dire con certezza, è che il successo del colosso di Cupertino è ampiamente legato alle scelte del suo vecchio Ceo. Quando Jobs moriva, Apple aveva una capitalizzazione di mercato di circa 400 miliardi di dollari.
Il valore è più che duplicato, in questi otto anni, e Apple è stata la prima azienda al mondo a sfondare il muro dei mille miliardi di market cap. Segno evidente che il testimone passato a Tim Cook ha dato i suoi frutti. Ma anche che la strada scelta da Jobs fosse quella giusta. Il lancio dell’iPhone, con la conseguente esplosione dell’app economy, sono fatti che hanno cambiato il mondo. E Steve Jobs, in questo senso, è stato un pioniere autentico. Il primo fra tutti a capire che lo smartphone sarebbe stato il device cardine delle nostre vite.


Apple, dalla sua scomparsa, ha seguito il solco che Jobs aveva tracciato. Dagli iPhone agli iPad, fino ai computer Mac, i concetti chiave sono rimasti uguali: design, privacy e user experience al primo posto. L’eredità di Jobs si sente ancora forte, e lo dicono i numeri. Il vero oggetto nuovo lanciato da Apple, dopo la morte dell’ex Ceo, è il Watch. L’orologio, che oggi è uno dei pezzi forti del portafoglio di Cupertino, è arrivato negli scaffali nel 2015, quasi quattro anni dopo la morte di Jobs. Ciononostante, sono diverse le testimonianze secondo le quali il progetto iniziale era stato seguito – anche stavolta – da Jobs. Uno dei maggiori momenti di distacco, invece, si è vissuto con il lancio di Pencil, la penna per iPad, lanciata nell’autunno del 2015. Negli anni, infatti, Jobs aveva più volte snobbato la concorrenza che aveva scelto l’utilizzo di penne per scrivere sui display. Durante la celebre presentazione del primo iPhone, nel 2007, Jobs disse apertamente «nobody wants a stylus» («nessuno vuole un pennino»), una frase rimasta ricorrente nel m®ondo Apple. Ma il 2007 è un’era tecnologica fa, e nulla esclude che oggi Jobs si sarebbe ricreduto.


La morte
Steve Jobs morì nel pomeriggio del 5 ottobre 2011, nella sua casa di Palo Alto. Aveva 56 anni. Se ne andò sussurrando “Oh wow”, secondo i racconti delle persone a lui vicine. Un cancro al pancreas non gli diede scampo, dopo otto anni di dura battaglia. Otto anni in cui Jobs fece crescere Apple in modo esponenziale, tirando fuori dal cilindro le innovazioni migliori. Perché Jobs, affamato e folle, lo era per davvero.

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