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Apple, uomini e donne avranno lo stesso stipendio

La casa di Cupertino lancia la rivoluzione del lavoro nella Silicon Valley. Ma la quota femminile è ancora un terzo e 4 dipendenti su 5 sono bianchi












Oltre a voler fare tendenza nel competitivo mondo del digitale con i suoi iMac, iPad, iPhone e tutto ciò che ne segue, Apple ha deciso di voler dettare il trend anche in termini di equità sul posto di lavoro. E lo fa puntando ad abbattere i divari esistenti, in termini di retribuzioni e assunzioni, non solo tra lavoratrici e lavoratori ma anche tra dipendenti appartenenti alle diverse etnie. È quanto emerge dall’ultima edizione di «Inclusion and Diversity», il consueto rapporto annuale pubblicato sul sito web della Casa della Mela dove si rende conto delle tendenze in fatto diversità nella forza lavoro. Ebbene, in base ai dati raccolti in termini di compensi, intesi come retribuzioni e bonus, si nota un riempimento del gap che esisteva negli anni prima tra le differenti tipologie di dipendente.
Ovvero le donne e i lavoratori delle minoranze (afroamericani, ispanici, nativi americani, hawaiani e delle isole del Pacifico), guadagnano tanto quanto gli uomini e i lavoratori bianchi.

 Certo non si tratta di un primato assoluto, perché quanto fatto da Cupertino era già stato portato avanti da Microsoft, Amazon, Facebook e PayPal, tra i big della Corporate America ad essere iscritti di diritto nella lista dei virtuosi in termini di parità di diritti e opportunità nel trattamento del dipendente. L’ingresso di Apple nella classifica, in ogni caso, segna un nuovo importante passo, specie per la posizione che l’azienda guidata da Tim Cook ricopre a Silicon Valley e il forte ascendente che ha sul pubblico, in particolare quello giovanile.

Non alle sole retribuzioni inoltre si limita l’esempio virtuoso della Casa della Mela, che lo scorso anno ha dato vita a un riequilibrio della forza lavoro consentendo il rafforzamento non solo delle «quote rosa» ma anche delle minoranze. Sempre secondo il rapporto «Inclusive and Diversity» l’azienda di Cupertino nel 2016 ha elevato la percentuale di donne assunte al 37% rispetto al 31% del 2014 e quello delle minoranze dal 21% di due anni fa al 27%. A conti fatti sia le minoranze che le donne hanno registrato un aumento in termini di assunzioni del 6% rispetto al 2014, mentre sul totale della forza lavoro le dipendenti rappresentano una quota pari al 32%, mentre i dipendenti non bianchi sono pari al 22% del personale complessivo del 2016. Se si prendono in considerazione esclusivamente gli Stati Uniti le percentuali «virtuose» crescono: ad esempio negli ultimi 12 mesi le assunzioni di lavoratori appartenenti alle minoranze è stata pari al 54% al cospetto del 46% di quelle dei bianchi.

Non è però oro tutto ciò che luccica. In termini assoluti esistono ancora delle sperequazioni tra uomo e donna e tra lavoratori bianchi e non. Divari colmati solo marginalmente sino ad ora, e che riguardano in particolare i livelli più elevati della forza lavoro di Apple. Su scala complessiva infatti la forza lavoro totale, ovvero relativa a tutti i settori funzionali, rimane ancora divisa in due terzi di uomini (il 68%), e meno di un terzo di donne (32%). Se si guarda ai settori «tech» il divario aumenta ulteriormente con una quota di maschi del 77%, mentre i settori «non tech» hanno un gap più ridotto con una quota di uomini pari al 62%.

La forza lavoro negli Stati Uniti conta infine il 44% di dipendenti bianchi mentre la restante percentuale si suddivide in diverse minoranze tra cui gli asiatici sono i più rappresentati col 19% a cui fanno seguito gli ispanici col 12%. Occorre infine dire che sebbene non ci siano statistiche nel rapporto sui vertici del gruppo, la stragrande maggioranza sono uomini bianchi. Anche se, come dicono gli esperti di Silicon Valley, il nuovo corso avviato da Cupertino potrebbe essere la fase embrionale di una nuova leadership all’insegna della piena diversità di genere e di etnia.

Via lastampa.it

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