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Perde il lavoro per un tweet e inventa l’app per salvarsi dai post imbarazzanti

La storia di Ethan Czahor, ex membro dello staff per la campagna elettorale di Jeb Bush e ora inventore dell’applicazione Clear













L’incarico di Ethan Czahor è durato appena 36 giorni: per perdere il lavoro dei suoi sogni gli è bastato davvero poco tempo. Ethan, 31 anni, era stato assunto all’inizio dell’anno nello staff che cura la campagna elettorale del conservatore Jeb Bush. A causa di alcuni tweet offensivi ripresi dal settimanale Time, però, Ethan è stato rimosso dall’incarico dopo appena un mese di lavoro.

La sua vicenda ricorda altri casi simili finiti sulle pagine dei giornali. Come quello di Justine Sacco, la donna licenziata per aver twittato: «Vado in Africa. Spero di non prendere l’Aids. Sto solo scherzando, sono bianca!». Ma anche il più recente tweet di Paola Saluzzi, la giornalista di SkyTg24 sospesa per alcuni giorni per aver dato dell’imbeccile al pilota Fernando Alonso.

A differenza delle sue compagne di sventura, però, Ethan ha provato a far fruttare la sua esperienza ideando un’applicazione per difendere la reputazione online e impedire che quello che è successo a lui possa ripetersi. Il sistema si chiama Clear e si collega ai nostri account social per analizzare e individuare i post contenenti parole sensibili (tra cui “gay”, “nero” e una colorita lista di offese) che, usate in un certo contesto, potrebbero essere imbarazzanti.

L’app, gratuita e disponibile per dispositivi iOS, attribuisce all’account un punteggio per capire se la nostra reputazione online è a prova di bomba oppure no, andando a scavare nel nostro passato social. Perché quello che a volte postiamo a cuor leggero, un giorno potrebbe costarci caro.

Via lastampa.it

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