Una specie di Google Maps degli smartphone, ricavata da 3 miliardi di tweet, racconta distribuzione e preferenze nei Paesi e nelle città disegnando differenze socioeconomiche: Melafonino liberal e radical-chic, robottino verde più popolare. Ma non sempre è così
iPhone è liberal, Android è popular. Oppure, per dirla in altri termini, il Melafonino è roba per chi sta al centro - intendendo il termine in senso squisitamente topografico - e i tanti dispositivi equipaggiati col sistema operativo del robottino verde sono in tasca a chi vive la periferia. O frequenta comunque zone e quartieri meno benestanti. Ci avevano già provato in molti, a disegnare un profilo sociodemografico degli utenti delle due tecnologie, incrociando miriadi di parametri spesso in un caos insensato. Dimenticando forse il metadato essenziale, quello della geolocalizzazione legata appunto al tipo di telefono utilizzato. Dimmi da dove twitti, ti dirò con cosa lo fai e quindi chi sei. O quasi. A cogliere i due aspetti ci hanno pensato Tom MacWright di MapBox, il portale specializzato in data visualization, con l'aiuto dell'autoproclamatosi artista e designer Eric Fisher e di Gnip, altra società che raccoglie e gestisce macrodati social per le aziende. Il risultato è una clamorosa e affascinante mappa mondiale che racconta come sono distribuiti i dispositivi in base alla collocazione nelle varie aree metropolitane. Una specie di Google Maps degli smartphone, un motore di ricerca in cui Apple, Android, Blackberry e altre sigle si sfidano a colpi di puntini colorati.
Alla base dell'operazione c'è Twitter. Il team ha infatti raccolto e messo a sistema in una heat-map 3 miliardi di tweet accumulati a partire dall'autunno di un paio d'anni fa, per un totale di 280 milioni di geolocalizzazioni uniche. Ovviamente si parla solo della porzione di tweet forniti dei metadati sui luoghi, insomma quelli nei quali l'utente ha scelto di comunicare, oltre al proprio cinguettio, anche il posto in cui si trovava in quel momento. E solo di quelli espressi via mobile tramite app ufficiali. Tre i fronti su cui MacWright e soci si sono concentrati. In una visualizzazione hanno indagato la presenza di turisti e residenti in base alla frequenza dei post, considerando come visitatori quelli che pubblicavano dallo stesso luogo da meno di un mese. Un secondo campo d'indagine ha poi focalizzato sulle lingue più utilizzate. Il terzo e più interessante aspetto è stato però quello in cui hanno isolato e distribuito sulle mappe i vari dispositivi sfruttati per twittare. Puntini rossi per l'iPhone, verdi per Android, viola per Blackberry e rosa, o quasi, per tutti gli altri brand. Cosa ne è uscito? Un sacco di preziosi elementi e una considerazione di base. Da prendere con le molle, e con tutte le valutazioni del caso, ma che tuttavia appare confermata in buona parte delle nazioni occidentali: gli iPhone colonizzano i centri cittadini, i luoghi dove pulsa la vita quotidiana, dove in genere si trovano università , amministrazioni, negozi alla moda, locali frequentatissimi e così via. I telefoni Android, pur presenti nelle stesse zone, sembrano invece raccogliere l'apprezzamento di chi abita o frequenta le periferie. Il risultato che ne esce girovagando per le mappe delle principali città statunitensi o europee? Spesso a una grande costellazione verde - ripetiamo, con le dovute eccezioni - corrisponde un cuore rosso sangue targato Apple.
Di Blackberry rimangono tracce in alcuni distretti finanziari del mondo - tipo a Toronto o a New York, tanto per fare un paio di esempi - e in alcuni Paesi dove, a sorpresa, stravince. Tipo l'Indonesia, l'Egitto e altre nazioni africane o l'America centrale. Per il resto è una presenza esigua. La tendenza generale, tuttavia, trova clamorose eccezioni per esempio in Spagna, dove il dominio di Android appare incontrastato - forse gli indignados non amano troppo il mondo autoreferenziale di Apple - e comunque in vari altre aree dove le preferenze si diversificano e le differenze aumentano e diminuiscono. Anche Parigi ne è un buon esempio. Se, continuando questo volo ipotetico sulle mappe di Fisher e virando per esempio sul Medio Oriente, Israele ma anche il Libano sono territori Apple, nelle periferie si conferma la scelta di Android. Così come nella striscia di Gaza. La Giordania, invece, torna a dividersi equamente fra i due player principali. Tornando negli Stati Uniti basta prendere la situazione di Philadelphia per chiarire la tesi della divisione socioeconomica: se il centro è un mix di iPhone e Blackberry altre zone meno prestigiose come il Nord e la vicina città di Camden sono territorio di Android. Ancora, mentre i sobborghi chic di Main Line tornano a essere appannaggio del Melafonino, quelli più popolari come Norristown e Upper Darby sono roccaforti dei puntini verdi. Anche New York non scherza: Manhattan è una lama rossa che si tinge di verde solo verso il New Jersey o il Queens.
E in Italia? Se da noi l'effetto centro-periferia sembra più sfumato, appare tuttavia resistere in alcune grandi città . Forse non a Roma, dove pure spicca una "mela" centrale rosso Apple suddivisa in varie aree nelle zone di maggior interesse, quanto a Milano, dove il predominio dello smartphone di Cupertino sembra micidiale, o nella ricca Firenze. Tanto da oscurare, nel capoluogo lombardo, la pur ragguardevole presenza di dispositivi equipaggiati Android, che si riscattano in particolare nelle periferie meridionali e nordorientali. Stesso discorso, ma in misura minore, anche per Torino, mentre Venezia appare più democratica. A Napoli, invece, la tesi del divide socioeconomico pare tornare a dimostrare una certa validità : nelle zone verso il mare gli iPhone si affollano, uscendo dal centro il predominio sembra meno marcato in favore del robottino verde. A Palermo si rientra invece in una situazione più sfocata. Quel che ne esce, in definitiva, più che una differenza centro-hinterland è una distribuzione omogenea dei telefoni Android - non potrebbe che
essere così, visto che il sistema operativo di Google è ormai installato su decine di modelli di marche diverse, alcuni costosi come i Samsung altri molto più abbordabili - mentre gli iPhone sembrano in effetti più connotati da un uso urbano, metropolitano e aumentano la loro incidenza proprio nei quartieri centrali. Che, tanto per dare un'ulteriore dose di realismo alla pur luccicante indagine, non è detto siano sempre quelli più agiati
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