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Apple diversifica i fornitori per ridurre la dipendenza da Samsung

Nuova strategia per la componentistica del colosso di Cupertino
















Avversari nelle aule dei tribunali, fra una causa e l'altra per violazione di brevetto, alleati quando si tratta di fare affari. La relazione fra Apple e Samsung è molto più articolata di quanto possa apparire a prima vista. Il produttore coreano, che rivaleggia con la Mela per il titolo di maggior produttore di smartphone del mondo, è anche uno dei maggiori fornitori di componentistica del colosso di Cupertino.

Una situazione che non sembra però destinata a durare, con Apple che pare intenzionata a ridurre la dipendenza dall'amico-rivale, diversificando la lista dei propri fabbricanti di hardware. L'indiscrezione parte dal Wall Street Journal, che cita le solite “fonti ben informate sulla questione”, secondo le quali l'azienda fondata da Steve Jobs starebbe ordinando sempre più chip di memoria da un altro produttore coreano, Sk Hynix.

Non solo, ma l'iPhone 5 sarà equipaggiato con display Sharp e Lg, sempre stando alle “gole profonde” del Wsj. Samsung continuerebbe comunque a fornire il processore principale del nuovo smartphone.

Il Journal cita un'analista di Daishin Securities, John Park, secondo cui la nuova strategia di Apple sarebbe iniziata già dalla seconda metà dello scorso anno, ma avrebbe subito un'accelerazione all'inizio del 2012, col crescere delle tensione e delle dispute legali fra i due giganti. Samsung, dal punto di vista economico, non dovrebbe risentirne più di tanto: rifornisce di chip e altri componenti molti altri produttori di smartphone ed è aiutata anche dal successo dei suoi stessi cellulari che ormai hanno conquistato il 34,6 % del mercato (contro il 17,8 % di Apple).

Molto più pericolosa, per i coreani, è l'offensiva legale della Mela che dopo il risarcimento di un miliardo di dollari ottenuto a fine agosto da un tribunale californiano per aver violazione del copyright del design e di alcune funzioni dell'iPhone da parte di Samsung, chiederà la messa al bando dei cellulari Galaxy (e pare anche del Galaxy Note) dal mercato americano, dove la Mela domina con il 31 % di share, ma il rivale aveva conquistato un buon 24 %. Se il ricorso di Samsung non dovesse avere successo il produttore si vedrebbe escluso da uno dei mercati in assoluto più vivaci e appetibili, con conseguenze ben più preoccupanti della vendita di qualche chip di memoria in più o in meno.

Via lastampa.it

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