tag foto tag foto tag foto tag foto tag foto

E' così smart che sembra un orologio

Arrivano i primi telefonini di nuova generazione: apparecchi intelligenti da portare al polso





















Quando Dick Tracy parlava al suo orologio non era pazzo: stava semplicemente anticipando il futuro. Ora il futuro è arrivato, e tra breve ci ritroveremo tutti a imitarlo. Non solo parleremo con i nostri orologi, ma li useremo per sapere le previsioni del tempo, ricevere e mandare e-mail, e anche pagare il conto al supermercato. Queste sono solo le prime funzioni che vengono in mente per gli «smartwatch», gli orologi da polso intelligenti che stanno per entrare nelle nostre vite. Rappresentano l’avanguardia dei «wearables», i computer indossabili con cui andremo in giro ogni giorno, cambiandoli a seconda delle occasioni, come oggi ci cambiamo le scarpe prima di andare a correre o al ristorante.

I primi «wearables» di cui abbiamo sentito parlare sono probabilmente gli occhiali di Google con computer incorporato, che permettono di avere davanti all’occhio uno schermo sempre acceso sulle informazioni che ci interessano. Hai dimenticato il nome del collega che ti sta davanti? Gli occhiali te lo suggeriscono sulla lente. Ti serve leggere una mail o ricevere le indicazioni per un indirizzo? Stessa soluzione. Ora però stanno arrivando gli orologi capaci di svolgere queste funzioni, e presto chissà quale altro gadget.

Il ragionamento di chi li ha pensati è abbastanza logico. Quando nell’Ottocento era stato inventato l’orologio, le persone lo portavano in tasca o attaccato ad una catenella. Poi cominciarono a chiedersi se era la soluzione più pratica: la risposta furono i comodi strumenti da polso. Lo stesso vale per gli smartphone: siamo sicuri che la maniera più facile per usarli sia tenerli in tasca? Quante volte vi sono caduti? Quante volte non avete risposto in tempo alla chiamata che magari poteva cambiarvi la vita? Se aveste avuto al polso uno smartwatch, tutto questo non sarebbe accaduto.

Ecco allora che Sony, Pebble, Apple, Google, Microsoft, Amazon, Facebook, Nike e molte altre aziende si sono concentrate sui prodotti «wearables», e le più rapide stanno già mettendone in vendita i primi. La Sony ne ha lanciato uno con uno schermo di cinque centimetri, che mostra le mail, Twitter, i testi, e si collega allo smartphone Android che il cliente ha in tasca. La Nike ha creato Fuel, che oltre a tenere il tempo, invia al cellulare informazioni sul tuo consumo di energia quotidiano. Pebble ha immaginato un orologio intelligente con cui si può ascoltare la musica e vedere le previsioni del tempo. Lo ha proposto sul sito di crowdfunding Kickstarter, e nel giro di poche settimane ha raccolto dieci milioni di dollari da 85 mila clienti. Il progetto è partito e il nuovo gadget arriverà l’anno prossimo.

Al momento questi aggeggi svolgono le funzioni di cui abbiamo parlato: ora, mail, musica, previsioni del tempo, Twitter, magari i pagamenti elettronici modello carta di credito. Come sempre in questi casi, però, il limite è il cielo. Una volta aperta la porta, e trovato un mercato, è difficile immaginare dove potrà arrivare la fantasia degli inventori. Per ora questi smartwatch dialogano con gli smartphone già posseduti dai proprietari. È facile supporre che diventeranno autonomi, con la capacità di svolgere funzioni sempre più sorprendenti.

Il design acquisterà un’importanza decisiva, perché per riconquistare il posto che gli orologi hanno perso sui polsi a causa dei cellulari, dovranno essere belli, oltre che funzionali. Avremo lo smartwatch da smoking, e quello impermeabile per le immersioni subacquee. Il vantaggio sarà di essere sempre collegati a tutto, con un semplice sguardo al polso, che durante una riunione o una conversazione con qualcuno è assai meno offensivo di uno smartphone tirato fuori dalla tasca. Ammesso che davvero moriate dalla voglia di non staccare mai la spina.


Via lastampa.it

Nessun commento

Powered by Blogger.