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Momento d'oro per Instagram: 50 milioni di utenti e un "Webby"

Boom del servizio per appassionati di foto, che conquista l'Oscar del Web




















Il momento d'oro di Instagram non accenna ad esaurirsi. Anzi, sembra perfino aumentare, dopo l'acquisizione per un miliardo di dollari da parte di Facebook. Secondo i dati forniti dalle sue Api (le interfacce di programmazione, dedicate agli sviluppatori esterni), il social network per amanti delle foto vintage avrebbe raggiunto i 50 milioni di utenti, venti milioni in più di quanti non fossero a inizio mese, con un ritmo di crescita vertiginoso di 5 milioni di nuovi iscritti a settimana.
Il boom del servizio si spiega anche con il lancio della versione per Android, che ha reso disponibile l'applicazione a milioni di appassionati di fotografia dotati di telefonini meno “smart” - e meno costosi – del melafonino di casa Apple.
Come se non bastasse, Instagram si è anche aggiudicata il titolo di “Breakout of the year” conferito dai Webby Awards, la manifestazione che premia il meglio di Internet. I vincitori della sedicesima edizione del premio, della cui giuria fanno parte nomi prestigiosi come Jack Dorsey, Arianna Huffington e Martin Cooper (considerato uno degli inventori del telefono cellulare) sono stati annunciati ieri.
Oltre a Instagram, a cui è andato il riconoscimento che in passato spettò a Twitter e Flickr – ai Webby hanno brillato altri nomi noti, come Facebook, che ha ricevuto il People's Special Achievement for Social Change, un premio lanciato quest'anno, e votato dal pubblico online, che viene assegnato al sito o all'applicazione che si ritiene abbia fatto di più per promuovere il cambiaemnto sociale e politico.
Quanto a utilizzo della Rete e delle nuove tecnologie in generale a fini artistici, in questa edizione dei Webby l'hanno fatta da padrone le donne: a cominciare da Bjork, artista dell'anno grazie all'album-applicazione Bibliophilia, per continuare con Juliette Lewis e Graydon Sheppard, migliori attrici per la serie trasmessa su YouTube “Sh*t Girls Say”. Anche il premio per il miglior documentario online, vinto da “'I will never be cut': Kenyan girls fight back against genital mutilation” racconta una vicenda al femminile: la lotta delle ragazze kenyane per evitare l'infibulazione e altre mutilazioni genitali mirate a svuotare l'atto sessuale di qualsiasi piacere fisico.


Via lastampa.it

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