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Kodak rivendica brevetti da Apple e HTC

La società americana ha annunciato cause in tribunale. Ma i brevetti sono l'ultima risorsa per un'azienda a rischio fallimento

















Sembrano una giostra le cause legali per violazioni di brevetti: gli accusatori diventano accusati e, soprattutto, ogni cosa si ripete. La Eastman Kodak è nuovamente protagonista di una disputa in tribunale, questa volta contro Apple e HTC, per il presunto abuso di tecnologie di digital imaging usate dalle rispettive aziende in alcuni smartphone e tablet.

La nota azienda, specializzata in prodotti per la fotografia, ha annunciato ieri denunce e azioni legali alla International Trade Commission (Itc), l'ente di garanzia per il commercio negli Usa, e a una Corte distrettuale di New York. Sarebbero quattro, complessivamente, i brevetti che hanno scatenato l'ira legale di Kodak, tra cui quello di una tecnologia che permetterebbe "la trasmissione automatica di immagini da una telecamera elettronica verso un fornitore di servizi utilizzando un file di configurazione di rete" e un secondo che consentirebbe di "catturare immagini digitali da trasferire a un indirizzo di posta elettronica." Inoltre, sarebbe nel mirino di Kodak anche una funzione di visione in anteprima delle immagini digitali, sulla quale ha già mosso rilievi nei confronti di Apple. In effetti, già due anni fa erano volate scintille con l'azienda di Cupertino, nonché con la RIM, produttrice del noto smartphone Blackberry, e sempre per violazione di brevetti. Tutto questo subito dopo aver chiuso con un accordo a proprio favore una partita con i colossi coreani Samsung e LG electronics, sulle medesime tecnologie contestate a Apple e RIM. I capitoli di spesa legati alle cause sui brevetti, negli ultimi anni, hanno inciso pesantemente sui bilanci delle aziende.

Google ha investito oltre 12 miliardi di dollari per garantirsi il consistente pacchetto di diritti della Motorola, e pochi giorni fa ha perfezionato l'acquisto di oltre 200 licenze da IBM. E se alcune società si dissanguano (si fa per dire) per difendersi in aula o prevenire le mosse degli avvocati, altre hanno trovato nei tribunali e nella compravendita dei brevetti una forma di business parallelo. La stessa IBM, nel momento in cui cedeva a Google 200 licenze, ne registrava circa 5.000, con un saldo probabilmente positivo.

Lo scorso anno, la Nortel ha venduto 6.000 brevetti e domande di brevetto per un totale di 4,5 miliardi a un consorzio composto da Apple, EMC, Ericsson, Microsoft, Research In Motion e Sony, a seguito di una guerra di offerte con la rivale Google. La stessa Kodak, che in questi giorni propone nei saloni del Consumer Electronics Show di Las Vegas due nuove fotocamere, sta sistematicamente cercando accordi con numerose aziende tecnologiche per ottenere compensi dall'uso dei propri brevetti. Sono già più di 30 le aziende contattate, tra cui le citate LG Electronics, Samsung Electronics, Motorola e Nokia. La richiesta della società americana all'ITC è che fermi l'importazione di prodotti che violano i diritti sulle tecnologie di cui rivendica la paternità, mentre la Corte Distrettuale dovrebbe fermare il presunto abuso di Apple e HTC.

In precedenza, Kodak sostiene di avere avuto numerosi colloqui con entrambe le società, nel tentativo di risolvere il problema, senza riuscire a raggiungere un accordo. Ma l'obiettivo dichiarato dell'azienda non è quello di togliere dal mercato i prodotti Apple e HTC (come avviene nei duelli legali, per esempio, tra Apple e Samsung), ma ottenere "un equo compenso per l'uso non autorizzato" della sua tecnologia.

Si tratta, insomma, di un modo di fare cassa, particolarmente necessario in questo periodo in cui la crisi morde i fondi della società americana, costretta a interrompere la produzione di alcune pellicole e a mettere in vendita (ci risiamo) un migliaio di brevetti per salvare il proprio bilancio. Una mossa che, secondo l'autorevole Wall Street Journal, potrebbe non impedirne il fallimento. Il 3 gennaio, la stessa Kodak ha segnalato il rischio delisting dalla Borsa di New York, e ha avvertito che i risultati di quest'anno dipenderanno in gran parte dalla capacità di raccogliere denaro con i brevetti per gli investimenti futuri.

Un destino malinconico per una società che non è stata solo all'avanguardia nel campo della fotografia tradizionale, ma anche pioniera, nella metà degli anni Settanta, nel mercato della fotografia digitale.

Via lastampa.it

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