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Il cloud insicuro? Tutto il contrario

Anche il garante privacy critica la nuvola: «aumentano i rischi di furto». Ma un'esperta spiega che i cloud provider investono di più in sicurezza

Siki Giunta, vice presidente del Cloud Computing & Cloud Services di CscIl cloud computing, ormai, è moneta corrente: tutti ne parlano, ma quanti con reale competenza? Sicuramente può farlo Siki Giunta (nella foto), vice presidente del Cloud Computing & Cloud Services di Csc. Approfittando del suo viaggio in Italia per lanciare BizCloud, un'innovativa soluzione di cloud privato, le abbiamo chiesto di fare il punto su quella che sembra la via maestra all'informatizzazione e alla Rete delle piccole e medie aziende. “Rispetto alle precedenti opportunità di outsourcing, la nuvola ha un vantaggio fondamentale: non solo posso acquistare le risorse di cui ho bisogno (dai server al personale a disposizione) nel momento in cui ne ho bisogno, ma posso liberarmene immediatamente”. “E' questo dinamismo - spiega Giunta – tra domanda e offerta che costituisce una reale novità”. E come conseguenza, i contratti nell'ambito cloud hanno maggiori caratteristiche di flessibilità e non vincolano per lunghi periodi di tempo.

Ma c'è anche un altro vantaggio, soprattutto per le aziende medie e piccole, che consiste nella standardizzazione. “E' inutile che ogni azienda costruisca il proprio software, soprattutto per alcune categorie. Per esempio, le buste paga, in cui le esigenze sono sempre le stesse”. Nella standardizzazione si intravede anche un vantaggio competitivo, che Giunta spiega così: “Su Facebook si vendono molti giochini, come The Farmer, che non risiedono nei server del social network. Li distribuisce, sul proprio cloud, Zynga. Ma a questi due si aggiunge un terzo fornitore, per i pagamenti, che è PayPal. Senza la standardizzazione, i tre sistemi non dialogherebbero così bene e la triangolazione tra questi fornitori sarebbe molto più complessa, quindi il servizio meno efficiente e meno profittevole”. L'idea che “standard” sia meglio di “su misura” sembra un concetto difficile da far passare, in Italia soprattutto. Eppure qualche volta è così.

Le società che non hanno sviluppato al loro interno ambienti IT hanno dunque un'opportunità, quella di realizzare le loro applicazioni in forme più agili e moderne, magari compatibili con dispositivi mobile. I fornitori di cloud sono già attrezzati nella creazione di interfacce perfettamente fruibili su smartphone e tablet. “Se io dovessi avviare una nuova impresa non spenderei nulla nel parco hardware: attrezzerei tutti con pc portatili e metterei tutto su cloud”. Va bene, ma la sicurezza? In realtà, spiega Giunta, si tratta di un falso problema.

“Quando tu ti affidi a un servizio di massa, come un cloud pubblico, bisogna considerare che anche il problema della sicurezza diventa di massa”. Si tratta, insomma, di semplice economia di scala: quando devo proteggere migliaia di computer, posso permettermi di mettere molti soldi nella security, più di quanto una piccola azienda potrebbe fare, da sola, per il suo piccolo data center in cantina. “Le preoccupazioni per la sicurezza dovrebbere essere una delle ragioni per cui scegliere il cloud, non un ostacolo”. E tuttavia, questa è l'obiezione che si sente fare più spesso, nel nostro Paese soprattutto. Il cloud computing ha attirato addirittura l'attenzione del GarantePrivacy, Francesco Pizzetti, che nella sua relazione annuale ha pensato bene di ribadire che con il ricorso al cloud “aumentano i rischi di perdita e furto di enormi quantità di dati, come già si è verificato in sistemi legati alla diffusione di giochi elettronici (con riferimento al caso Sony)”.

“In Europa e in Italia c'è meno confidenza con il cloud di quanta ce ne sia in America, forse perché erano assenti i grandi fornitori come Amazon. Fatto sta che l'IT è ancora percepito come un costo, da tenere sotto controllo”. Secondo Giunta, in Italia le piccole imprese stanno aspettando il posizionamento delle grandi, per poi accodarsi alle “cloud community”. E quando le si accenna a statistiche sul trasferimento su cloud da parte delle PMI, è scettica: “Se si parla di posta elettronica, la formula cloud è diffusissima, e quasi nessuno installa un e-mail exchange interno, e lo stesso vale per i sistemi di comunicazione interna, che possono essere sostituiti per esempio da Skype. Il punto è capire che peso hanno questi applicativi nel business”. Non fa testo, cioè, l'adozione di alcune soluzioni cloud, in sé, quanto la scelta di usarlo in modo strategico. “Business first, diciamo noi in CSC, prima occorre capire che cosa si vuole fare e perché, quindi si può scegliere il cloud”.

Via lastampa.it

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