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Jobs: "L'era del computer è finita, comincia quella di iCloud"













E con iTunes Match Apple dice addio agli Mp3 illegali.

E con iTunes Match Apple dice addio agli Mp3 illegali  La più grande amnistia della storia è a portata di mano. Anzi, di click: per 25 dollari l’anno la nuova versione di iTunes analizzerà il nostro hard disk e sostituirà tutti i brani con file di buona qualità audio, e soprattutto legali. Si chiama iTunes Match ed è forse la più importante delle novità presentate ieri da Steve Jobs, quella che ha svelato all’ultimo sul palco del Moscone Center di San Francisco in uno dei suoi consueti colpi di scena. Così, dopo lunghe trattative con le case discografiche (cui pare abbia versato 150 milioni di dollari), grazie ad Apple si avvia al tramonto l’era degli Mp3 pirata. Enzo Mazza, presidente della federazione Italiana Industria Musicale, frena un po’: «È una risposta intelligente alla pirateria; non un’amnistia, ma certo la terza rivoluzione del mercato della musica dopo Napster e iTunes Store».

Sempre connessi
iTunes Match, che arriverà in autunno, è una delle funzioni della nuova piattaforma di Cupertino basata su iCloud, il servizio di cloud computing targato Apple. La nuova frontiera del digitale ha i contorni sfumati di una nuvola dove sono immagazzinati i dati, che siano canzoni, film, ebook, programmi, documenti: tutto è sincronizzato istantaneamente, senza nemmeno premere un tasto. Così, per la musica, se vogliamo ascoltare proprio quella canzone che non abbiamo copiato sull’iPhone, è la nuvola a scaricarla per noi. Se abbiamo già acquistato un’app sull’iPad, subito sarà disponibile anche sull’iPod Touch. Si può addirittura cominciare a scrivere un file di testo su un apparecchio e continuare sull’altro. E anche le foto, appena scattate si possono vedere sul pc.
Se dieci anni fa il centro dell’intrattenimento domestico era il computer, nella nuova visione di Jobs oggi è la nuvola: vi si connettono tutti i dispositivi Apple, che trasmettono una quantità enorme di dati ai tre centri di elaborazione americani. Quello nel North Carolina è costato 500 milioni di dollari, ma per chi usa un gadget della Mela i servizi base sono gratuiti e comprendono anche 5 GB di spazio per i dati (ci si può chiedere, semmai, quanto costeranno in termini di privacy). E proprio ieri in rete circolava un vecchio filmato in cui Jobs racconta le meraviglie del cloud (che ancora non si chiamava così): risale al 1997, quando era appena tornato ad Apple dopo la parentesi di Next.

Un leone nel computer
Per sfruttare al meglio le funzioni di iCloud, computer e dispositivi mobili dovranno essere aggiornati ai nuovi sistemi operativi, presentati ieri in anteprima: Lion per i computer e iOS 5 per iPhone, iPod Touch e iPad. L’edizione 2011 della Worldwide Developers’ Conference è dedicata al software, un argomento non forse particolarmente interessante per il grande pubblico, in assenza di nuovi gadget. Ma, come spiega Jobs, «l’hardware è il corpo, il software l’anima dei nostri prodotti».  E l’anima cambierà parecchio: Lion, la nuova versione di Os X, perde il nome storico Mac ma in compenso guadagna oltre 250 nuove funzioni, molte delle quali prese a prestito proprio dall’iPhone, come il controllo tramite touchpad, il salvataggio automatico dei documenti, la possibilità di visualizzare le applicazioni a tutto schermo. Sarà disponibile a luglio, ovviamente via cloud: niente disco, ma un semplice (e lungo, si teme) download da Internet.

L’iPhone sposa Twitter
Per i gadget mobili, la prima novità è quella più attesa: nell’era degli apparecchi post-pc, come li definisce Jobs, era davvero ridicolo che per funzionare dovessero essere collegati a un computer. Per i 200 milioni di possessori di iPhone, iPod Touch e iPad dal prossimo autunno non sarà più così: il post-pc taglia il cordone ombelicale con il pc e si connette alla nuvola senza fili, anche per la prima attivazione e per gli aggiornamenti del sistema operativo.
Tra le molte migliorie di iOS5 c’è poi una navigazione web più semplice grazie alle tab, la possibilità di scaricare le pagine per leggerle offline, una chat integrata, e soprattutto una profonda integrazione con Twitter. In più, forte dei 130 milioni di libri scaricati dal suo iBookstore, Apple ha pensato bene di sviluppare un’app analoga per i giornali, che ovviamente si chiama Newsstand (Edicola).
A differenza degli altri anni, stavolta a San Francisco non c’è il nuovo iPhone: l’appuntamento, però, è solo rinviato. Forse a settembre.


Fonte lastampa.it

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