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Finisce l’era dell’iPod

Apple interrompe la produzione dei modelli nano e shuffle. Che non era solo un lettore mp3, ma una metafora della vita. Ancora in vendita l’iPod touch




Perché questa canzone, ora, e qui? Perché in questo punto della strada, mentre fisso gli occhi su questo cielo, mentre in testa mi risuona questa frase? L’iPod Shuffle di Apple genera mille interrogativi, che a loro volta svelano paranoie nascoste, nostalgie inaspettate, effimere felicità. E, sempre, lo stupore della sorpresa.

Cancellato dal negozio online, sparirà anche dagli scaffali dei punti vendita. «Semplifichiamo la linea di iPod con due modelli touch a partire da 199 dollari (in Italia 239 euro) e sospendiamo l’iPod nano e lo shuffle» annuncia l’azienda in una nota. Rimane così in produzione l’unico iPod basato su iOS, il sistema operativo dell’iPhone. Dal 2014 Cupertino ha interrotto la produzione dell’iPod Classic perché non era in grado di reperire le parti necessarie alla sua fabbricazione. Ora, con lo Shuffle, scompare anche il nano, che nel settembre 2005 sostituì il fortunato iPod mini. Apple ha venduto fino ad ora più di 400 milioni di iPod.

AP


Lo Shuffle era un’altra delle geniali invenzioni di Steve Jobs, e introduceva una grande intuizione filosofica nel mondo della tecnologia applicata alla riproduzione musicale. La funzione “Shuffle” esisteva dai tempi dei primi lettori compact disc, ma nessuno finora aveva costruito un apparecchio interamente basato su di essa.

Il più piccolo ed economico dei lettori mp3 Apple fa di un potenziale difetto (l’assenza di qualunque informazione sul brano in ascolto) un punto di forza: il display non c’è perché la musica è bella così, a caso, senza sapere cosa sia. La prima generazione, lanciata l’11 gennaio 2005, conteneva 240 brani per la versione da 1 Gb in vendita a 149 euro, la metà per quella da 512 Mb da 99 euro: ore di musica senza interruzione, con una qualità sonora perfino migliore dell’iPod classico. Seguirono altre tre generazioni: la seconda, con una clip che lo trasformava forse nel primo esempio di wearable technology, poi la terza, minimalista, con interfaccia vocale, quindi la quarta, rimasta praticamente immutata fino a oggi, che riprendeva - migliorandolo - il design della seconda. Il microscopico lettore Apple poteva anche sostituire una chiavetta di memoria portatile, ed era possibile stabilire quanta parte dello spazio disponibile dedicare alle canzoni e quanta agli altri dati.

Così, dopo oltre dieci milioni di iPod e iPod mini, Apple attaccava la fascia di mercato che l’aveva vista scoperta: quella dei lettori flash; dal punto di vista tecnico, lo Shuffle non offriva particolari novità, ma era leggerissimo e praticamente indistruttibile, oltre che è estremamente semplice da usare, perfetto insomma per quelli che cercavano il meglio della tecnologia con il minimo di complicazione. In più, nei ventidue grammi dello Shuffle erano racchiuse possibilità infinite e combinazioni inesauribili: chi lo acquistava non comprava solo un lettore di file musicali, ma una metafora della vita.

Via lastampa.it

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