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Huawei: il nostro smartwatch sarà migliore dell’Apple Watch

Presentato a marzo, l’orologio intelligente doveva arrivare sul mercato a giugno. Il debutto nei negozi è stato rinviato, ma i cinesi continuano a scommettere sulla tecnologia da indossare: ecco cosa ci riserva il futuro













Sul palco dello Huawei Innovation Day , l’annuale raduno organizzato dal produttore cinese, il vicepresidente della divisione Wearable, YangYong, non sembra avere molti dubbi: “pensiamo che uno smartwatch debba avere un design che ricorda quello dell’orologio tradizionale, e in questo il nostro prodotto è migliore dell’Apple Watch”.

Presentato qualche mese fa al Mobile World Congress di Barcellona, l’orologio di Huawei, basato su Android Wear, sfoggia infatti la tipica cassa di forma circolare, disponibile anche in acciaio inossidabile, ma è presto per dire se possa essere davvero un concorrente per il gadget di Cupertino.

Molto si giocherà sul piano delle applicazioni per i rispettivi sistemi operativi, e delle bontà dell’interazione fra smartwatch e cellulare (quest’ultimo, anche se non più in primo piano, rimane indispensabile per usufruire appieno dell’orologio).

Sul primo aspetto, Apple potrebbe mantenere un certo vantaggio sulla concorrenza, dato che da più parti si argomenta come Android Wear non brilli per ampiezza e disponibilità di applicazioni. I cinesi stanno comunque dandosi da fare per ridurre il gap. “Per ora – ha spiegato il manager - ci siamo concentrati sulle applicazioni che servono a modificare l’aspetto esteriore dello smartwatch per offrire diverse interfacce, mirate a diversi tipi di consumatore; ma stiamo anche sviluppando anche altre app apposite per Android Wear, per ottimizzare l’interazione con lo smartphone”.

Proprio per non lasciare nulla di intentato (o come affermato con linguaggio più promozionale da YangYong “per offrire al consumatore la migliore esperienza possibile), il lancio dell’oggetto, previsto per giugno, è stato rimandato. “Non posso dire ancora fornire una data precisa – ha raccontato l’uomo Huawei - ma sarà molto presto”.

Di dispositivi indossabili, orologi a parte, si è parlato molto a Monaco. La crescente attenzione mediatica al settore non è, come ha ricordato l’analista di Gartner, Annette Zimmermann, al momento del tutto giustificata sul piano strettamente commerciale. Nel 2014, per capirci, sono stati immessi sul mercato mondiale 70 milioni di dispositivi di questo tipo, a fronte, per avere un termine di paragone, di più di un miliardo di smartphone. Il mercato però è previsto in forte crescita, ha ricordato l’amministratore delegato della società di consulenza Wearable Technologies, Christian Sammel, che ha anche fornito un’interessante chiave di lettura sulle tendenze a venire. “In futuro – ha detto Sammel – i dispositivi indossabili saranno di design, come accessori di moda, oppure invisibili”. Gli smartwatch sono infatti solo la punta dell’iceberg di una serie di prodotti che verranno portati sul corpo, ma senza che le persone circostanti se ne rendano conto.

Dai cerotti “intelligenti” che serviranno ad alleviare i dolori attraverso una serie di stimolazioni elettriche, e comunicheranno, tramite app, con lo smartphone per fornire consigli terapeutici, alle pillole da inghiottire con chip a radiofrequenza, ai gadget come quello di UpRight, che si portano alla base della spina dorsale e “avvertono” con una vibrazione l’utente quando questi adotta una postura non corretta. Gli altri wearable, quelli in bella vista, dovranno combinare funzionalità e godimento estetico, o non troveranno spazio sul mercato. Il che potrebbe spiegare in parte il fallimento (per il momento) dei Google Glass, e spiegare come mai YangYong ci tiene tanto a sottolineare il look elegante e classicheggiante dello smartwatch cinese.

Via lastampa.it

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