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Instagram, i consigli dei professionisti per scattare foto perfette

Sul social network di immagini si danno appuntamento 300 milioni di utenti ogni mese. Un flusso continuo, non sempre di grande qualità. E un mondo nel quale si può provare a distinguersi: proviamo a capire come













A farci diventare tutti fotografi – o aspiranti tali – è bastato un telefono intelligente, con l'obiettivo sul retro e due tasti di distanza dallo scatto perfetto. Poi sono arrivate le app per condividere e ritoccare: soprattutto Instagram, con i suoi 24 filtri e una comunità da 300 milioni di utenti attivi ogni mese . Ma è successo tutto troppo in fretta. Perché una bella foto non s'improvvisa. Neppure con l'ultimo modello di cellulare o con una reflex. «La differenza la fa la persona, non lo strumento», conferma Alessandro Di Meo, fotoreporter dell'Ansa. «Gli smartphone sono un'invenzione democratica: hanno permesso a tutti di esprimersi anche senza saperne di tecnica. Ma fare una bella foto, una foto che rimane impressa, non è facile».

La risposta? È dentro di te
Le basi ormai le conoscono tutti. L'orizzonte dev'essere dritto, la mano ferma per evitare foto mosse e – quando il soggetto è una persona – bisogna evitare di mozzare pezzi di corpo. Ma questo basta per una foto normale, per una memorabile serve altro. Serve un occhio educato al bello, che sappia cogliere l'istante, la luce, l'inquadratura giusta. «Bisogna lavorare sulla sensibilità, sulla parte estetica del proprio carattere», conferma Di Meo, autore a febbraio 2013 dell'incredibile foto del fulmine sulla cupola di San Pietro . «Un reporter dev'essere autorevole e credibile, non può esagerare con Photoshop e alterare le proprie foto. Chi invece usa il cellulare e Instagram – anche io lo faccio – ha più libertà. Dovrebbe pensare a cogliere le situazioni e i colori, giocare con la luce e i controluce e usare poi i filtri nel modo giusto. Non sempre gli stessi: perché per ogni tipo di foto c'è il filtro di Instagram più adatto».

Vietato accontentarsi delle funzioni predefinite
Anche se tecnicamente ora è facile e immediato, fare una foto non può essere solo un gesto automatico. Per uno scatto che attiri l'attenzione, occorre metterci più cura. Dice Di Meo: «La prima regola è fissare l'esposizione e la messa a fuoco premendo col dito nel punto più luminoso inquadrato. E per quanto riguarda Instagram, è bene ricordare che da qualche tempo ci sono anche le funzioni avanzate, per aggiustare luminosità e contrasto e pure decidere con quanta intensità applicare ogni filtro, calibrando meglio l'effetto finale».

Oltre Instagram, per giocare con le foto
In mezzo al diluvio di foto di siti e social network, per distinguersi a volte è utile andare ancora più lontano, non accontentarsi neppure dei filtri e delle funzioni di Instagram. A suggerirlo è Carlo William Rossi, fotografo di moda e autore dell'ormai noto fotomontaggio che ha fatto incontrare Madonna e Suor Cristina : «Oggi ci sono tante app collaterali, molto potenti, che permettono con facilità di sviluppare idee grafiche particolari e creative. Una che a me piace molto è Afterlight , che ha ancora più filtri e opzioni rispetto a Instagram e permette di aggiungere anche delle cornici molto efficaci. Oppure c'è Glitché , utile per aggiungere effetti vintage o animazioni particolari su foto e video».

Un social network per fotoamatori e professionisti
Anche chi per filtri ed effetti decide di usare altri e diversi programmi finisce, comunque e quasi sempre, per confluire su Instagram. Un mondo dove s'incontrano persone normali e artisti, fotografi e aziende: insieme in un flusso che – ormai non c'è dubbio – ha messo d'accordo tutti. «Ãˆ una piattaforma che accorcia molto le distanze, nella quale si riescono a creare anche link professionali nuovi», spiega Rossi ( qui il suo profilo ). «Non c'è più solo una fotografia “fast food” come agli inizi dell'Instagram-mania. Oggi si vede che ci sono molte gallery e molti profili con una propria identità: chi usa solo il bianco e nero, chi filtri di tipo HDR, chi effetti di grafica pop come quelli che dicevo. Io stesso seguo molti stylist, è una tavola di ricerca creativa e professionale molto utile».

Via lastampa.it

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