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Così l’iPhone 5C fa i conti con gli sviluppatori di app in Cina

Dominano nel Paese, si espandono in Asia e «preferiscono» Android. Il nuovo mercato software può mettere in crisi il gigante Apple?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Miracoli della globalizzazione: la Apple deve preoccuparsi anche degli sviluppatori di app cinesi. Sembra la versione tecnologica della famosa formula del caos, per cui se a Pechino sbatte le ali una farfalla, altrove si scatena un uragano. L’altrove, in questo caso, è Cupertino, sede della Mela più nota al mondo. Secondo Flurry , una società statunitense di analisi del mercato mobile, gli sviluppatori americani stanno perdendo appeal sull’ecosistema delle app per tablet e smartphone: solo il 36 % di tutte le applicazioni pubblicate finora quest’anno è frutto dell’ingegno targato Usa, rispetto al 45 % registrato nel corso degli ultimi due anni.

Al contrario, gli sviluppatori cinesi realizzano quasi due terzi delle applicazioni mobili usate dai consumatori in Cina, una percentuale ancora maggiore di quella ottenuta dagli statunitensi presso i loro compatrioti.
Le app a stelle e strisce si prendono una rivincita quando si parla del tempo trascorso sui programmi. In questo caso l’America occupa il 70 %. E tuttavia, anche questo è un dato in flessione rispetto agli anni precedenti, in cui si registrava il 75 % e il 76%.

Ed ecco che torna la domanda: in che modo questo battito d’ali deve impensierire la corazzata Apple?
Simon Khalaf, presidente e CEO di Flurry, lo spiega così: per ora la Cina non è un grande esportatore di software, ma il trend è destinato a cambiare. “Il mercato di esportazione software [ in Cina] sta nascendo ora”, ha spiegato Khalaf, ma gli sviluppatori cinesi si starebbero espandendo in Giappone e Corea, con la prospettiva di sbarcare nel Sud-Est asiatico, in India e Indonesia. In termini di mercato, dunque, un sacco di gente. Gente che, in Cina in particolare, preferisce Android.

In precedenti studi di Flurry, il rapporto tra Android e iOS nel continente più popolato al mondo risultava di circa 2 a 1, e a Apple era attribuito “appena” il 35% del mercato locale. Gli sviluppatori cinesi, è la conclusione, si lanceranno sulla piattaforma più lucrosa, vale a dire Android. Insomma, è l’analisi di Flurry, in futuro i cinesi potrebbero perfino dare la precedenza ad Android per il debutto di nuove app. E questo potrebbe creare problemi nell’eterno duello con la piattaforma mobile di Google.

Inizialmente, i creatori di applicazioni ragionavano così: partiamo con iOS, poi eventualmente ne facciamo una versione Android. Oggi si assiste, sempre più spesso, a lanci in contemporanea su entrambe le piattaforme. E domani...

In un rapporto pubblicato all’inizio di agosto, e citato dal sito di Computerworld Usa , l’analista Benedict Evans della Enders Analysis sosteneva che senza un iPhone a basso prezzo in portafoglio, vale a dire a partire da 200 o 300 dollari, Apple avrebbe rischiato di perdere quote tra gli sviluppatori. E questo perché chi fa le app fa profitti solamente su grandi e grandissimi numeri.

Secondo Evans, “Questa è una grande minaccia strategica per Apple”, poiché “Un punto di forza per l’ iPhone è che ha le migliori applicazioni e le ha per primo”. L’analista britannico, con un bel po’ di pessimismo, ritiene che il vantaggio fondamentale costituito dall’App Store potrebbe iniziare a sgretolarsi nel 2014. Tra questa profezia e la possibilità che si avveri c’è l’evento attesissimo del 10 settembre, quando sarà presentato l’iPhone 5C . Questa volta da Cupertino ci si aspetta anche novità serie sui prezzi, sebbene alcuni analisti siano convinti che non vedremo Apple scendere sotto i 400-450 dollari. Scopriremo poi se le farfalle cinesi scateneranno davvero un uragano.

Via lastampa.it
 

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