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Ocse, guerra ai furbetti del Fisco,nel mirino aziende come Google e Apple

Secondo il ‘Figaro’, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico dovrebbe presentare le sue prime proposte il 14-15 febbraio a Mosca, dove si riunirà il g20 Finanze. «Ci vuole un cambiamento delle regole internazionali per tassare i profitti dove si realizzano le attività»





PARIGI - L’Ocse vuol mettere in riga le multinazionali che sfruttano tutti i marchingegni legali per non pagare le imposte. In pratica, l’organizzazione internazionale si lancia all’attacco dei giganti americani (Google, Apple, Amazon, Starbucks), che grazie a scatole vuote e a trasferimenti finanziari abusivi praticano la cosiddetta «ottimizzazione fiscale» e di fatto pagano poco o nulla al fisco dei paesi occidentali.

Secondo il ‘Figaro’, l’Ocse dovrebbe presentare le sue prime proposte il 14-15 febbraio a Mosca, dove si riunirà il g20 Finanze. Un’assise più facile da affrontare, poiché non vi sono rappresentati i piccoli paesi che praticano il dumping fiscale, mentre tutti i grandi, compresi gli emergenti, vogliono rimettere ordine nella giungla fiscale internazionale. E stavolta anche l’amministrazione di Washington sembra d’accordo. Secondo Pascal Saint-Amans, che dirige il dispartimento degli affari fiscali dell’Ocse, l’obiettivo è ambizioso : «Ci vuole un cambiamento delle regole internazionali per tassare i profitti dove si realizzano le attività». Una rivoluzione copernicana, insomma, che non sarà facilmente attuabile : nell’Unione europea, per esempio, tutte le decisioni in materia fiscale devono essere prese all’unanimità ed è evidente che paesi come il Lussemburgo e l’Irlanda si schiereranno contro misure che vanno contro i loro interessi. Ma tutti i grandi hanno interesse,
se non altro per ragioni di bilancio, a un cambiamento : Google, per esempio, paga appena il 4 per cento di imposte in Europa.

Per il momento si conoscono solo due delle ipotesi su cui lavora l’Ocse. La prima sarebbe il divieto di utilizzare scatole vuote, cioè società che non hanno nessuna attività fisica e che vengono utilizzate solo per trasferire i profitti verso paesi fiscalmente clementi. La seconda sarebbe quella di mettere fine alle società ibride, che possono avere una doppia nazionalità fiscale : per gli Usa, Google Europa è una società irlandese, per Dublino è invece domiciliata alle Bermude. Tutto ciò è perfettamente legale, ma l’Ocse spera di arrivare a nuove regole nel giro di diciotto mesi. E solo allora comincerà un percorso lungo e delicato, poiché ogni Stato dovrà trascrivere le nuove misure nella propria legislazione.
Via repubblica.it

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