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La FTC convoca Apple per indagare Google

L'autorità per il commercio statunitense vuole saperne di più sulla scelta di Google come motore predefinito su iPad e iPhone. Sospetti di abuso di posizione dominante
















Nella rete di controlli che l'autorità per il commercio in Usa, la Federal Trade Commission, ha fatto calare su Google, è rimasta impigliata anche Apple. Secondo fonti anonime, l'Ftc avrebbe citato in giudizio la società di Cupertino per verificare le modalità e le ragioni con cui il motore di ricerca è stato incorporato come predefinito su iPhone e su iPad.

Da tempo l'organo di controllo sulle attività commerciali statunitensi sta radiografando il gigante di Mountain View, sospettato di abuso di posizione dominante. Da almeno un anno sono sotto esame le tariffe pubblicitarie per i concorrenti e i risultati delle ricerche, per verificare che non siano favorite le società e i servizi di Google, Google + in particolare, e, al contrario, non siano danneggiate le rivali.

Apple ha eletto Google motore di ricerca per eccellenza fin dall'esordio, nel 2007, del primo modello di iPhone e ha rispettato la tradizione tre anni dopo, nel 2010, data di nascita dell'iPad, oggi giunto alla sua terza versione. Apple, inoltre, utilizza anche Google Maps come un servizio privilegiato sui suoi dispositivi mobili.

Si possono trovare numerose ragioni per queste scelte, senza scomodare oscure trame monopolistiche. Gli utenti Mac premiano da sempre il motore di Mountain View, anche perché uno dei diretti concorrenti, Bing, è il prodotto della nemica storica Microsoft. Oggi l'azienda fondata da Bill Gates sembra in affanno sul mercato emergente dei sistemi operativi per telefonia cellulare, ma nel 2007, anno in cui debuttò l'iPhone, i rapporti di forza, e quelli “diplomatici” tra Cupertino e Redmond non erano quelli attuali.

In realtà, oggi Apple e Google sono dirette concorrenti e l'ingresso del motore di ricerca nel mercato dei cellulari, nel 2008, con il sistema Android, fu salutato con evidente malumore dal compianto Ceo della Mela, Steve Jobs. Uno strappo testimoniato anche da Eric Schmidt, manager del motore di ricerca, che uscì l'anno dopo dal consiglio di amministrazione di Cupertino, proprio a causa del conflitto tra le due società. Tra le aziende i rapporti si fecero ancora più tesi negli anni successivi, quando Apple fece causa ai principali produttori di telefonini partner di Google, HTC , e Samsung  per violazione di brevetti.

Appare più evidente che mai, con la diffusione degli smartphone e dei tablet, che il mercato dei dispositivi mobile è destinato a scavalcare, nelle abitudini di connessione a internet, quello dei computer desktop. E, sui dispositivi mobili, è opinione condivisa dagli analisti che le impostazioni predefinite giochino un ruolo molto più rilevante che sui pc.

Secondo l'analista Ben Schachter, della società newyorkese Macquaire Capital: "E' molto probabile che nei prossimi anni, vedremo la ricerca mobile superare la ricerca da desktop", ha dichiarato a Bloomberg, tanto che, entro la fine dell'anno, dal 25 al 30 per cento delle ricerche potrebbe svolgersi da tablet o cellulari, raddoppiando rispetto all'attuale 15 per cento. Ma, secondo Schachter, i consumatori sono abituati a lasciare invariate le impostazioni predefinite sui dispositivi mobili: "Molte persone non sanno nemmeno che cosa significhi ricerca predefinita – sanno solamente che c'è una casella che può essere usata per cercare informazioni".

Un dato significativo, che però non si sarebbe ancora trasformato in un affare clamoroso per Google. I dati del 2010 indicherebbero 1,3 miliardi di ricavi legati a operazioni di ricerca da prodotti Apple, secondo una relazione resa pubblica l'8 marzo dalla Macquarie Capital. Se i dati fossero veri, il profitto per il motore di ricerca si limiterebbe a “soli” 335 milioni dollari, avendo pagato 1 miliardo per avere il privilegio di motore di ricerca predefinito. D'altra parte, secondo la società di ricerche newyorkese eMarketer, a Google va il 95 per cento di tutte le entrate pubblicitarie derivanti da ricerche online da dispositivi mobile negli Stati Uniti.

In Europa, il motore di ricerca di Mountain View ha percentuali di uso sui pc che sfiorano il 90%. Anche per questo le autorità antitrust della Commissione Europea hanno svolto indagini sulla posizione di dominio di Google. Joaquin Almunia, responsabile antitrust della Commissione europea, ha riferito il 5 marzo che il prossimo mese saranno comunicate all'azienda le conclusioni delle verifiche fatte negli ultimi 18 mesi.

Via lastampa.it

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