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Fifa contro iPhone e iPad: niente tecnologia nell'area di gioco

La proposta è della Task Force Football 2014 che ha lo scopo di migliorare il gioco del calcio escludendo l'hi-tech dalle panchine
















Chissà cosa ne penseranno Balotelli e co. della proposta della Fifa di negare la panchina a smartphone e tablet durante le partite. Ne hanno parlato ieri in presenza del Presidente della Fifa Blatter i componenti della Fifa Task Force Football 2014 composta, tra l’altro, da campioni del calibro di Beckenbauer, Pelé, Albertini, Bobby Charlton. In particolare nel documento denominato “Law 4” (dove si chiede l’introduzione del fuorigioco semplice, l’addio alla tripla punizione, maggior attenzione al fairplay e il divieto delle nuove tecnologie) si sottolinea che “la task force ha parlato dell’utilizzo di mezzi tecnologici in panchina con l’accordo di vietare qualsiasi apparato di comunicazione in tutto il campo di gioco”.

La motivazione è che strumenti come iPhone e iPad posso diventare cause di fomentazione contro eventuali decisioni arbitrali nel corso della partita visto che consentono di riprendere, memorizzare e velocemente rivedere spezzoni della partita, compresi fuorigioco dubbi, falli, goal fantasma, rigori non dati o troppo generosi. La tecnologia si affina sempre di più ma la Fifa non sembra cambiare idea. Già in passato l’organo internazionale aveva espresso il suo parere negativo sull’utilizzo della moviola in campo, spauracchio che oggi è rappresentato da iPhone e iPad.

Non cambia molto per gli allenatori che negli ultimi tempi avevano cominciato ad utilizzare i tablet durante le sessioni di allenamento per studiare e far rivedere ai giocatori movimenti e schemi di gioco. In Italia la “moda” è stata pubblicizzata parecchio da Luis Enrique durante gli allenamenti a porte aperte della Roma ma anche dal tecnico Malesani che ammette di utilizzare il tablet nei test. La notizia è che con il dictat della task force anche giocatori, allenatori e dirigenti in tribuna avranno il divieto di portare con sé tali tecnologie per tagliare ogni ponte con la panchina durante la partita (il caso sembra essere quello dell’allenatore dell’Arsenal Wenger più volte beccato a “impartire” schemi dalla tribuna dopo un’espulsione).

Nonostante tutti i maggiori sport (tennis, rugby, basket) abbiano accolto a braccia aperte certi tipi di tecnologie per migliorare arbitraggi e momenti di gioco, la Fifa sembra ben decisa nel vietare a tempo indeterminato l’ingresso di strumenti che in un certo senso porterebbero maggiori certezze durante gli incontri. Demetrio Albertini sottolinea come Fifa e mondo hi-tech viaggino su binari paralleli destinati a non incrociarsi mai: “iPhone e iPad rappresentano tecnologie video che non possono entrare nel mondo del calcio giocato. La Fifa ha sempre combattuto questo tipo di oggetti perché rappresentano un mezzo per rivedere quello che è successo in campo, una vera e propria moviola in grado di esaltare gli animi di allenatori e giocatori durante la gara”.

Insomma la Fifa vorrebbe che il calcio restasse fuori da ogni logica innovatrice che lo porterebbe, secondo le alte cariche, a diventare meno umano e più sottomesso agli strumenti informatici. Eppure è proprio grazie a tali mezzi (internet, streaming mobile, live match) che le partite dei più svariati campionati europei e internazionali possono essere seguite dagli appassionati, contribuendo al mercato del pallone di mantenersi in vita attraverso nuove forme di sponsor, diritti e marketing. Con buona pace di Balotelli e co. che con l’iPad vorrebbero solo giocarci.

Via lastampa.it

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