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Dai pirati a iTunes la nuova era delle hit

















Addio album, così è nato il più grande negozio di musica

Con Steve Jobs il mondo perde anche un appassionato di musica attento e curioso, che coltivava amori antichi e si accendeva di entusiasmi sempre nuovi. E che con la sua passione ha cambiato anche il mercato discografico: oggi iTunes Store è il negozio più grande del mondo, con 18 miliardi di canzoni vendute in otto anni e mezzo. È stato Jobs a inventare la prima alternativa di successo alla pirateria digitale, che ha devastato i bilanci delle case discografiche, prima con Napster, poi con Kazaa, eMule e mille altri software.

Apple propone un modello inedito, punta sui singoli più che sugli album e fa implodere il meccanismo per cui in un cd le canzoni ascoltabili erano due o tre, mentre le altre servono solo per giustificare il prezzo di vendita. Un cambiamento epocale, ma anche un ritorno agli Anni 60, quando i 45 giri sono il principale veicolo di diffusione della musica. Un istante di attesa, 99 centesimi scalati dalla carta di credito, e la canzone è sul computer: il negozio virtuale di Apple è facile da usare e sicuro. Peccato che all’inizio sia un sistema chiuso, compatibile solo con l’iPod e col software iTunes. Colpa delle case discografiche che imponevano sistemi di controllo digitali contro la pirateria, denuncia Jobs nel febbraio 2007. Ma per il guru di Apple la musica deve essere libera: tempo due mesi, e Jobs presenta l’accordo con Emi, prima a vendere brani senza lucchetti; con lui c’è Damon Albarn, il cantante dei Blur reinventatosi con i Gorillaz.

Non è il primo incontro con musicisti importanti: Steve Jobs è un grande fan di Bob Dylan e spesso nei keynote capita di ascoltare qualche brano del suo cantante preferito tra una presentazione e l’altra. Addirittura c’è chi giura che in gioventù avesse frequentato Joan Baez solo perché era stata per qualche tempo la compagna di Dylan. La sua ossessione tuttavia sono i Beatles: dura anni la battaglia legale con la loro etichetta, la Apple Inc., che si conclude nel 2007 con un accordo miliardario. Ma solo nel 2010 i Fab Four arrivano nello store digitale di Cupertino, annunciati nella homepage del sito, proprio come ieri la scomparsa di Jobs. Che però, con passione ecumenica, intitola «It’s only rock’n roll» un evento particolarmente importante, quello con cui torna ad Apple dopo il trapianto di fegato, nel 2009.

Cita i Rolling Stones, ma non disdegna i Green Day, è un amico personale di Bono, che con tutti gli U2 firma un’edizione speciale dell’iPod lanciata nell’ottobre del 2004. E un anno dopo, per annunciare il lancio dell’intera discografia di Madonna su iTunes, chiama in videochat Miss Ciccone di fronte a un pubblico di giornalisti entusiasti. Poi, in un corto circuito tra nostalgia e tecnologia, inventa un nuovo modo per sceglierei brani sul computer o sull’iPhone: si sfogliano, come si faceva con le copertine degli album. «Quello che facciamo nasce dal nostro amoreper la musica», ripete spesso Jobs: e c’è una Mela sul computer più usato negli studi di registrazione, nel negozio dove si vendono i brani in formato digitale, sull’apparecchio per ascoltarli. La catena non si spezzerà con la sua morte.

Via lastampa

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