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Wall Street, Hp va a picco Non piace l'addio ai pc

Hewlett-Packard sta per lasciare la produzione di smartphone, tablet e computer, per i margini di guadagno ridotti, malgrado la divisione che li produce sia ancora il fiore all'occhiello dell'azienda. E il titolo a New York apre a meno 20 per cento. Potrebbe però trattarsi del primo passo verso una nuova acquisizione destinata a mutare gli equilibri della tecnologia di consumo.
ROMA - La scelta di Hewlett-Packard di lasciare il business dei computer, a Wall Street proprio non è piaciuta. Ieri il titolo, poco prima dell'annuncio shock, era stato sospeso come sempre avviene in questi casi. Oggi apre a meno 20 per cento. Un crollo che riesce a farsi notare perfino in questi giorni turbolenti, con le borse che non trovano pace e gli indici sempre in rosso.

Si vede che a New York non sono riusciti a comprendere il perché della scelta. Hp è il più grande produttore mondiale di pc e i risultati finanziari sono tutt'altro che negativi. L'azienda, nata nel lontano 1935, ha riportato un utile netto di 1,9 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2011, in aumento del 9 per cento sull'anno precedente. Mentre il fatturato è aumentato di un punto percentuale a 31,2 miliardi.

La divisione computer è stata la più brillante, con 9,59 miliardi di dollari e 567 milioni di dollari di utile. Tuttavia il giro d'affari legato ai computer è calato del tre per cento anno su anno. E in futuro le cose potrebbero peggiorare. Discorso valido anche per la divisione stampanti, settore dove Hewlett-Packard primeggia, che ha avuto un fatturato di 6,09 miliardi e un utile di 892 milioni nel trimestre.

L'abbandono dei computer, in parole povere, sarebbe dovuta alla riduzione dei margini oggi pari al 5.7 per cento. Eppure, almeno per ora, continua a drenare soldi. Non solo: in quella stessa divisione vengono progettati e prodotti tablet e smartphone di Hp, che usano il sistema operativo di Palm (acquistata appena lo scorso anno per 1.2 miliardi), il webOs. Pare che il tablet Touchpad di Hewlett-Packard, il più simile all'iPad di Apple fra i tanti pretendenti, non ha avuto il successo sperato. Ma un abbandono tanto repentino, in Europa lo hanno lanciato a luglio, suona avventato. O suicida, se si crede alle previsioni che parlano di un settore ancora tutto da costruire e che entro il 2015 potrebbe valere 140 milioni di pezzi l'anno.

A meno che, ma siamo nel campo delle ipotesi, dietro il distaccamento della divisione computer non ci sia già un acquirente di peso pronto a sborsare 12 miliardi di dollari circa. Non le compagnie cinesi e taiwanesi, vedi Acer o Lenovo (che acquisì la divisione computer di Ibm nel 2005 per 1.7 miliardi di dollari), che non hanno una liquidità sufficiente. Né i colossi coreani stile Samsung che semplicemente dicono di non essere interessati. Ma qualcuno come Microsoft, che grazie all'alleanza con Nokia in Europa sugli smartphone e l'acquisizione dei pc e tablet di Hewlett-Packard, potrebbe contare su un ecosistema completo e autosufficiente capace di affrontare le sfide del prossimo futuro senza grandi timori. Poco importa se marchiate Google o Apple. 

Nel frattempo, sulle piazze europee, vanno bene i marchi dell'hi-tech come Nokia, che segna un più 4,3 per cento. Tutto per effetto del boom di Autonomy Corp, seconda società di software britannica, che sale di 74 punti dopo che Hewlett-Packard ha deciso il suo acquisto per oltre 10 miliardi di dollari. Quale sia la relazione fra l'improvvisa fortuna della società inglese e il produttore di cellulari finlandese è difficile da comprendere. Se non alla luce di un possibile, ma chissà se probabile, legame indiretto che per ora resta nell'ombra. 

Via repubblica.it

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